Storia di Torricella del Pizzo
dalle sue origini ad oggi
La storia di Torricella del Pizzo è intimamente legata alle vicende del fiume Po. Durante la dominazione Romana il fiume Po aveva un bacino molto vasto
formato da molti canali che si intersecavano fra loro costituendo nel
mezzo (da qui il nome di "mezzano") varie isole e tra queste l'isola del
Pizzo. La leggenda vuole che nell'isola fosse residente una tribù degli Elvezi la quale resistette a lungo, grazie alle insidie del territorio, ai Romani (siamo attorno al 1° secolo a.C.). Abbiamo parlato di leggenda in quanto non esiste alcun documento o ritrovamento archeologico che comprovi questo fatto. L'importanza dell'isola del Pizzo crebbe nel corso dei secoli parallelamente all'affermarsi del fiume Po quale straordinaria via di trasporto. La navigazione fluviale consentiva il trasporto di grandi quantità di merci, era sicura garanzia contro gli assalti di predoni e briganti che infestarono le strade di campagna fino al secolo scorso ed inoltre era veloce a differenza del trasporto via terra fatto di carri trascinati da cavalli e muli. Già i bizantini (siamo nel VI-VII secolo d.C.) sfruttarono il Po per alimentare la resistenza delle città padane contro i longobardi a tal punto che il re Ataulfo, una volta conquistata Cremona, nell'anno 603 d.C., per la resistenza incontrata, la fece radere al suolo. Anche in questo caso Torricella appare nella leggenda che vuole il nome derivato da una torre fatta erigere dal longobardo Gemandro a difesa ed osservazione sul Po. Ma è dopo l'anno mille e la nascita di Cremona quale libero comune che il Po diventa l'elemento fondamentale per l'economia cremonese. Dopo aver ottenuto l'autonomia dal Sacro Romano Impero Germanico, grazie al vittorioso duello contro il figlio dell'imperatore da parte di Giovanni Baldesio (detto Zaneen de la Bala), Cremona iniziò un'abile e tenace politica per accaparrarsi il controllo del Po fino a Guastalla. Il dominio cremonese si estese nel corso dell'XI sec. su entrambi le rive del fiume e l'esistenza di due Torricelle poco lontane fra loro ha messo in difficoltà gli storici nello stabilire i fatti accaduti nell'una o nell'altra località. Dal 1247, con l'inaugurazione del canale navigabile denominato Tagliata, inizia una serie di guerre fra Cremona e i comuni vicini (Parma, Brescia e Mantova) per il dominio del fiume Po e Oglio. Queste guerre sconvolgeranno tutti i paesi rivieraschi fino agli inizi del '300 quando i comuni citati finirono sotto la dominazione dei Visconti entrando a far parte del ducato di Milano. La fine delle guerre portò un minimo di tranquillità fra le popolazioni permettendo la continuazione dell'opera di bonifica e di incanalamento del fiume Po già intrapresa nel passato dai cremonesi ed è forse, alla fine del XIV sec., (l'abate Romani fissa la data nel 1390) che l'isola del Pizzo cessa di essere tale e viene unita al cremonese. La prima sicura notizia storica su Torricella del Pizzo si ha nei primissimi anni del '400 per un importante fatto d'arme. Sfaldatosi il Ducato di Milano con la morte di Gian Galeazzo Visconti tutte le città padane si ripresero l'indipendenza e nel contempo, per il fiume Po, si riaprì il contenzioso fra Cremona e i comuni confinanti. Nel giugno del 1408 Ottobuono Terzi, signore di Parma, passa il Po a Torricella con un esercito per portare l'assedio a Castelponzone e tagliare così in due tronconi il territorio cremonese. La reazione di Cremona non si fece attendere; comandati da Cabrino Fondulo i cremonesi su grosse imbarcazioni discesero il fiume sbarcando il 19 giugno a Torricella del Pizzo prendendo così alle spalle l'esercito del Terzi che venne distrutto. Dopo questo fatto seguirono altre guerre ben più violente. Nel 1425 il cremonese ritorna nelle mani dei Visconti di Milano, ma l'anno successivo si presenta sul Po un nuovo invasore: è la flotta veneziana al comando di Nicolò Trevisan che conquista tutti i paesi rivieraschi fino a Cremona. Il dominio veneto durerà, a fasi alterne, fino al 1454 e sarà tutt'altro che tranquillo: le guerre tra Venezia e Milano continuarono senza sosta, per i nostri avi fu occasione per vedere le milizie condotte dai più famosi condottieri dell'epoca: il Conte Carmagnola, Bartolomeo Colleoni, Nicolò Piccinino detto il Gattamelata e per finire Francesco Sforza che diventerà duca di Milano. Finite le guerre iniziò un periodo di tranquillità per tutta l'Italia che durerà fino alla fine del '400. Nell'estate del 1500 passa il Po a Torricella l'esercito della Repubblica di Venezia che, alleata alla Francia di Luigi XII, mira di nuovo al Cremonese. Anche stavolta il dominio veneto ha fasi alterne fino al 1525, quando l'imperatore Carlo V conquista Cremona che torna nuovamente a far parte di Milano. Nel 1527 entra in Italia un esercito di mercenari al servizio dell'imperatore di Germania, hanno la caratteristica di portare lunghe lance, da qui il termine di Lanzichenecchi. Discesi per occupare Roma e punire il Papa lasciarono ovunque al loro passaggio morte e distruzione. Anche Torricella, come molti paesi della nostra provincia, fu saccheggiata. Passato il flagello tedesco qualche anno più tardi una nuova guerra investì i nostri territori. Nel 1547 il governatore del Ducato di Milano (diventato dominio della Spagna) invia un esercito al comando di Vespasiano Gonzaga Duca di Sabbioneta per invadere il ducato di Parma governato da Ottavio Farnese. Nel 1551 gli spagnoli pongono l'assedio al Castello di Torricella di Sissa. Conclusasi la guerra, inizia un periodo di tranquillità fino al 1627 quando per la successione al Ducato di Mantova esplose la guerra tra la Francia e la Spagna. Gli spagnoli a corto di soldati fecero arrivare come un secolo prima i Lanzichenecchi. Questi non fecero tempo ad arrivare a Mantova che scoppiò al loro interno un'epidemia di peste. In breve il contagio si diffuse non solo in Lombardia ma in tutto il Nord dell'Italia. È l'autunno del 1629 ed il morbo durerà sino all'estate dell'anno successivo. Non sappiamo in quale misura Torricella venne colpita dalla peste, ma se i sopravvissuti sentirono la necessità di commissionare un quadro votivo alla Madonna vi è da credere che lo scampato pericolo fu veramente grande. Nel 1645 il Duca di Modena si allea con la Francia per conquistare il cremonese. L'esercito franco-modenese passa nel 1647 il Po a Casalmaggiore e pone l'assedio a Castelponzone che, una volta espugnato, sarà raso al suolo. Gli spagnoli per fermare i nemici tagliarono gli argini sicché Torricella rimase in balia del Po fino al 1649 anno in cui terminò la guerra. Con la conclusione della guerra tra Francia e Spagna per l'Italia si riaprì un nuovo periodo di tranquillità che durerà sino alla fine del secolo. Nel 1706 il Ducato di Milano cambia padrone: agli Spagnoli subentrano gli Austriaci. Inizia il periodo della rinascita per la Lombardia. L'Impero d'Austria è stato riconosciuto da tutti gli storici come modello di organizzazione dello Stato e di serietà delle istituzioni: è grazie all'Austria se oggi il Nord Italia gode di condizioni socio-economiche molto più favorevoli rispetto al Sud della penisola. I primi decenni del dominio austriaco non furono molto tranquilli. A partire dal 1730 fino al 1748 vennero combattute due guerre tra l'Austria da una parte e Spagna e Francia alleate dall'altra, l'Italia fu ancora una volta teatro di aspre battaglie. Nel 1748, giunta finalmente la pace in tutta Europa, inizia un periodo di prosperità che durerà fino alla rivoluzione francese. Sono gli anni dell'imperatrice Maria Teresa, anni di grande progresso per la Lombardia in cui Milano diventa la capitale culturale d'Italia. Questo periodo di benessere si interrompe bruscamente nel 1796; in quell'anno l'esercito francese al comando di Napoleone Bonaparte batte gli austriaci. Con il trattato di Campoformio la Lombardia andrà a formare la Repubblica Cisalpina. La parentesi napoleonica si conclude nel 1815. Il Congresso di Vienna sancisce il dominio austriaco su Lombardia e Veneto (il Regno Lombardo-Veneto), ma i fasti dell'epoca teresiana non tornarono più. La gente già provata dalle guerre napoleoniche dovette affrontare tra il 1816 e il 1819 una serie di carestie provocate dalla scarsità dei raccolti; seguirono epidemie di colera ed una profonda crisi economica tra il 1846 ed il 1848. È in questi anni che Torricella diventa tristemente nota per il brigantaggio. Non sappiamo esattamente quando questo fenomeno sia nato: probabilmente il confine favoriva il contrabbando dal quale poi sono seguite rapine ed estorsioni. Un fenomeno comunque contenuto se l'amministrazione austriaca non sentì la necessità di far nascere in paese un posto di polizia. Nel 1859, con la pace di Villafranca, la Lombardia entra a far parte dell'Italia unita. Torricella, paese povero, non avrà alcun beneficio sperato dall'unità d'Italia. Anzi, alcuni fatti negativi, peggiorarono la situazione già alquanto disastrosa. Fu dunque inevitabile l'estendersi del brigantaggio, la lotta fra carabinieri regi e briganti avrà il suo epilogo il dieci settembre 1879 con lo scontro a fuoco, in paese, tra i due contendenti. Dopo questo fatto l'amministrazione comunale decise di trasformare il vecchio municipio in caserma e dar corso così alla costruzione di un nuovo municipio (l'attuale) che sarà inaugurato nel 1882. La miseria provocò altresì l'emigrazione verso il Sud America (Brasile in modo particolare), e l'affermarsi dell'ideologia socialista che proprio in quegli anni andava diffondendosi in tutta la penisola. A Torricella il verbo socialista, che si radicò per opera dell'on. Luigi Musini e del medico condotto dott. Luigi Sarzi Amadè, generò conflitti con il clero locale schierato sulle posizioni del vescovo di Cremona Mons: Geremia Bonomelli. Questo conflitto si concluse con l'ingresso in parrocchia di don Massimo Visioli nel 1914. Arriviamo così alla prima guerra mondiale: Torricella darà alla Patria un elevato contributo di sangue (trentasei morti), al quale aggiungiamo le altrettante vittime dell'epidemia di spagnola verificatasi nel 1918. Finita la guerra anche Torricella sarà interessata dal fenomeno fascista. La dittatura pose fine alle lotte politiche che ripresero con toni accesi subito dopo la seconda guerra mondiale (che costerà al paese quindici morti) con soggetti politici diversi rispetto al passato. Con il boom economico del dopoguerra Torricella conoscerà nuovamente il fenomeno dell'emigrazione diretto, stavolta, verso le grandi metropoli. L'esodo ha portato anche un drastico calo delle nascite con il progressivo invecchiamento della popolazione: da qui il fenomeno dello spopolamento che, per quanto ci riguarda, sta mettendo in discussione la stessa sopravvivenza del nostro paese.
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